La Scoletta del Carmine in Padova
Sul sagrato della basilica del Carmine dopo la porta che immette nel chiostro si apre un'altra porta che dà accesso alla Scoletta, oggi cappella consacrata pertinente alla parrocchia del Carmine, nota soprattutto per essere luogo ambito per la celebrazione dei matrimoni, ma poco conosciuta per la sua funzione originaria e per i suoi tesori d'arte.
Il termine Scuola viene dal latino medioevale >schola nel significato di corporazione, compagnia. Le Scuole, dette anche Confraternite o Fraglie, erano pie istituzioni di laici, riuniti per fini devozionali e caritatevoli, poste sotto il patrocinio di un Santo o della Vergine, con proprio statuto (mariegola) che stabiliva le norme di comportamento morale e gli obblighi che i confratelli erano tenuti ad osservare: assistenza dei poveri, delle vedove, degli orfani, spese per il culto, mantenimento della sede o dell'altare, partecipazione alle cerimonie religiose e ai funerali.
Presenti in molte città dell'Italia centro-settentrionale fin dal XIII secolo ebbero particolare diffusione nel Quatttro e Cinquecento a Venezia dove si distinguevano in Grandi (Scuole di devozione) e Piccole (Scuole di arti e mestieri, ovvero corporazioni artigiane).
Il termine Scuola sta quindi ad indicare tanto la pia l'istituzione quanto la sede di riunione della confratenita.
Inizialmente le scuole avevano come riferimento un altare presso una chiesa, oppure possedevano, grazie a donazioni o risorse accantonate, una vera e propria sede, in genere costituita da un edificio a due piani suddiviso in due ambienti: oratorio e sala di riunione.
Le Scuole più importanti e più ricche potevano far erigere una sede di prestigio e decorarla con le opere dei più accreditati artisti. E' il caso a Venezia delle Scuole Grandi che possedevano ricchi patrimoni immobiliari, fonte spesso di conflitti, connessi a speculazioni finanziarie.
Le Scuole devozionali di Padova avevano dimensioni più modeste; infatti sono note come "Scolette", la Scoletta di S. Maria del Monte Carmelo era tra le più antiche della città, essendo stata istituita poco dopo l'insediamento a Padova dei Carmelitani, all'inizio del Trecento.
Nel Cinquecento le sedi delle Scuole padovane furono tutte decorate da cicli di affreschi all'interno: Scuola del Santo, della Carità, di S. Rocco, del Carmine, oratorio del Redentore, oratorio di S. Bovo.
La Confraternita di S.Maria del Monte Carmelo
Favorita dai Carmelitani , presto sorse in città una confraternita di laici devoti della Madonna del Monte Carmelo.
Dell'esistenza della Scuola si ha notizia da una lapide marmorea in forma di lunetta, rinvenuta murata sopra un'arcata a metà del lato meridionale del Chiostro, durante i lavori di demolizione del Chiostro Grande (1954).
Il testo in latino medievale riporta la data 1335 e attesta "questa è la cappella di congregazione della Fraglia dell' Intemerata Maria Vergine Gloriosa del Carmelo".
A quella data la pia istituzione aveva quindi una sede, non sappiamo però quale.
La prima sede di proprietà fu donata alla Congregazione nel 1367 dal nobile Guglielmo dal Sale che la fece costruire a proprie spese, come attesta un'altra iscrizione, murata attualmente sopra la porta che divide l'aula della Scoletta dalla sacrestia.
Questa costruzione era al piano superiore con portico sporgente sul sagrato e terminava in corrispondenza della parete nord del refettorio dei Carmelitani, sito al pianterreno.
Alla sala superiore - larga m. 8,60 - si accedeva mediante una scala indipendente la cui struttura fu ritrovata nel corso dei restauri per il rifacimento del chiostro del Capitolo (1982-86).
Nel 1487 fu costruita una sala del Capitolo più ampia sempre al primo piano, ma poco tempo dopo, nel 1492, avvenne la permuta di questa sala con il Refettorio dei Frati, sito al piano terra, l'attuale Scoletta.
A seguito infatti del crollo della chiesa e dei danni al convento (1491)i frati avevano necessità di costruire nuove celle e chiesero allora alla Confraternita di permutare i locali di loro proprietà al piano superiore con il refettorio del convento situato al piano terra.
La Fraglia veniva così in possesso di un ambiente con accesso direttamente dal sagrato della Chiesa, mediante una porta, oggi otturata e trasformata in finestra, ma ancora visibile nella muratura della facciata, prospiciente la piazza, tra la porta che dà accesso al chiostro del Capitolo e la odierna porta di ingresso alla Scoletta.
Tracce della struttura antica sono rivelate anche dal peduccio di una arcata, presumibilmente di quelle che sostenevano il porticato trecentesco.
Nella Chiesa del Carmine, sul parapetto della Cantoria destra dell'organo, il dipinto di G.B. Bissoni (1619) raffigurante La traslazione della immagine miracolosa della "Madonna di dietro Corte" rappresenta realisticamente la facciata della Chiesa con a lato il convento e gli edifici prospicienti il vecchio sagrato, utile raffronto con i documenti relativi all'antica Scoletta.
L'aula della Scoletta ha pianta rettangolare, il presbiterio è sopraelevato di due gradini e tripartito mediante colonne e archi, al centro del breve presbiterio vi è l'altare.
5 - Altare e volta
Altare, 1739 (1/2)
Nel 1739 la fraglia delibera la costruzione di un nuovo altare, scostato dalla parete di fondo, in sostituzione di quello precedente, addossato alla parete. Viene scelto il progetto di Andrea Torreselle, un lapicida abitante nello stesso quartiere di S. Giacomo. Il Torreselle fa largo impiego delle parti pregevoli del vecchio manufatto, inserite nel nuovo di materiali più economici. Sono parte del vecchio altare il marmo bianco di Carrara, le specchiature del tabernacolo in marmo rosso di Francia, il gradino porta candelabri, i due putti, la cornice del quadro della Madonna, la conchiglia, le tre testine di cherubini e le nuvole al vertice dell'altare.
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Altare, 1739 (2/2)
Nel 1739 la fraglia delibera la costruzione di un nuovo altare, scostato dalla parete di fondo, in sostituzione di quello precedente, addossato alla parete. Viene scelto il progetto di Andrea Torreselle, un lapicida abitante nello stesso quartiere di S. Giacomo. Il Torreselle fa largo impiego delle parti pregevoli del vecchio manufatto, inserite nel nuovo di materiali più economici. Sono parte del vecchio altare il marmo bianco di Carrara, le specchiature del tabernacolo in marmo rosso di Francia, il gradino porta candelabri, i due putti, la cornice del quadro della Madonna, la conchiglia, le tre testine di cherubini e le nuvole al vertice dell'altare.
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Madonna con Bambino, tavola, sec. XVI (1/2)
Il dipinto su tavola raffigurante la Madonna con Bambino, opera di pregevole fattura, ma di incerta attribuzione era pure collocato sul vecchio altare della Scoletta. La cornice che lo racchiude conserva ancora i cardini di una sportella che un tempo racchiudeva l'immagine.
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Madonna con Bambino, tavola, sec. XVI (2/2)
Il dipinto su tavola raffigurante la Madonna con Bambino, opera di pregevole fattura, ma di incerta attribuzione era pure collocato sul vecchio altare della Scoletta. La cornice che lo racchiude conserva ancora i cardini di una sportella che un tempo racchiudeva l'immagine.
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In origine l' altare era addossato alla parete di fondo, ma nel 1739 i Confratelli deliberarono la costruzione di un nuovo altare staccato dalla parete che confinava con il secchiaio del refettorio dei Frati, fatto questo poco decoroso, ma soprattutto causa di umidità.
A realizzare il nuovo altare fu chiamato un lapicida della contrada di S. Giacomo, Andrea Torreselle. Il vecchio altare era in marmo bianco di Carrara, il tabernacolo in rosso di Francia, marmi pregiati che furono riutilizzati nella nuova struttura di materiale meno nobile come il biancone di Bassano.Si conservarono anche due putti, il gradino porta candelabri e la cornice del bel dipinto su tavola raffigurante la Madonna col Bambino, opera cinquecentesca di incerta attribuzione, oggi posta in alto sull'altare.
6 - Affreschi volta
Arcate (1/6)
La volta del breve presbiterio è decorata a grottesche con medaglioni raffiguranti profeti dell'Antico Testamento, presenti anche tra le arcate di accesso al presbiterio
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Arcate (2/6)
La volta del breve presbiterio è decorata a grottesche con medaglioni raffiguranti profeti dell'Antico Testamento, presenti anche tra le arcate di accesso al presbiterio
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Volta (3/6)
La volta del breve presbiterio è decorata a grottesche con medaglioni raffiguranti profeti dell'Antico Testamento, presenti anche tra le arcate di accesso al presbiterio
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Volta (4/6)
La volta del breve presbiterio è decorata a grottesche con medaglioni raffiguranti profeti dell'Antico Testamento, presenti anche tra le arcate di accesso al presbiterio
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Volta (5/6)
La volta del breve presbiterio è decorata a grottesche con medaglioni raffiguranti profeti dell'Antico Testamento, presenti anche tra le arcate di accesso al presbiterio
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Volta (6/6)
La volta del breve presbiterio è decorata a grottesche con medaglioni raffiguranti profeti dell'Antico Testamento, presenti anche tra le arcate di accesso al presbiterio
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Nel corso della prima metà del XVI secolo le pareti dell'aula della Confraternita furono affrescate con episodi della Vita di Maria da noti pittori padovani: Giulio Campagnola, Domenico Campagnola, Girolamo Tessari le cui caratteristiche stilistiche sono alquanto diverse, ma rispettano un programma unitario, probabilmente ideato dal pittore che iniziò la decorazione: Giulio Campagnola.
Qualche decennio dopo la conclusione di questa decorazione pittorica i Confratelli decisero di ricavare un atrio antistante l'aula vera e propria della Scoletta, perciò lo spazio interno fu suddiviso mediante una nuova parete divisoria. Ad affrescare questa nuova parete fu chiamato intorno alla metà del Cinquecento da Stefano dall'Arzere.
Questo atrio fu adibito a sacrestia quando l'accesso alla Scoletta fu trasferito sul lato Sud verso il sagrato, mediante due porte aperte nel 1688.
Dopo l'incendio del 1800 la chiesa del Carmine si presentava in condizioni precarie, stante la copertura provvisoria del tetto per cui dal 1810 al 1944 la Scoletta divenne Battistero, come ricorda la scritta Baptisterium sopra la prima porta, attuale accesso alla Scoletta.
Dalla vecchia parrocchiale di S. Giacomo venne qui trasferito il fonte battesimale, lo stesso che oggi si può vedere in basilica, sul lato sinistro del presbiterio.
Nel bombardamento sulla città di Padova del 24 marzo 1944 crollarono il tetto e il soffitto della Scoletta e anche la chiesa e i due chiostri riportarono ingenti danni.
Nel 1947 a proprie spese la parrocchia rifece il tetto e il soffitto della Scoletta puntellandolo mediante una vistosa armatura lignea ricoperta da stoffa damascata.
A partire dal 1982 si iniziò un più idoneo restauro che ha permesso anche una lettura storica dei vari interventi succedutisi nei secoli.
Oggi la Scoletta si può visitare liberamente al giovedi (orario 10-18 ora legale, 10-16 ora solare) grazie ai volontari del Touring Club.